A volte l’attesa non guasta. E poi ci sono delle piccole soddisfazioni: di fronte al baratro, mentre altri – e ce ne rammarichiamo – sono costretti a tagliare, noi rilanciamo con nuovi servizi di agenzia.
Dopo la creazione di un progetto che noi credevamo esaurito, in molti ci hanno scritto dicendoci che ogni venerdì davano un’occhiata al nostro blog per vedere se era stato pubblicato il nuovo Archeo-Logo e abbiamo perciò deciso di riprendere la rubrica made in Garage. Quindi sotto con l’archeologia grafica!
Il primo Archeo-Logo di quest’anno lo dedichiamo ad un’auto che, nonostante diverse vicissitudini aziendali, è stata l’icona di una certa epoca e di un certo modo di vivere e continua anche oggi ad avere appeal, dopo aver superato brillantemente diversi interventi di restyling, conservando un’eccellente valutazione nel tempo, tanto da diventare un oggetto di culto per molti collezionisti e appassionati del brand.
Stiamo parlando della mitica MINI.
La storia della MINI è interessante e per certi versi tortuosa come la storia del suo logo: nacque in Gran Bretagna in seguito ad un evento di politica internazionale. Il 1956 è stato un anno in cui le case automobilistiche inglesi hanno affrontato una grave crisi delle vendite di auto a causa della carenza di carburante come risultante della crisi di Suez, e l’aumento delle concorrenza tedesca.
La British Motor Corporation, che era nata dalla fusione della Morris e della Austin, mise da parte il suo progetto di rinnovamento della Morris Minor e investì le proprie energie su un modello di automobile nuova, compatta, ma soprattutto economica nei costi di manutenzione e particolarmente parca nei consumi.
L’ambizioso progetto fu affidato ad Alec Issigonis che in soli quattro mesi passò dai tavoli da disegno al primo mock-up in legno a grandezza naturale. Nel 1958 partì la produzione in grande serie e nell’agosto del 1959 venne ufficialmente lanciata sul mercato la MINI a 848 cc. sia con il marchio Austin, che scelse come nome Se7en scritto con il numero al posto della “v”, sia con il marchio Morris, che la chiamò Mini Minor.
Il successo arrivò qualche anno dopo, anche grazie alla Regina Elisabetta che volle provarla ad Hyde Park e soprattutto ai piloti di Formula Uno del team Cooper che vinsero numerose gare a bordo della MINI.
C’era il problema di accontentare anche il pubblico inglese più tradizionalista. Alla BMC si pensò allora di offrire una versione della MINI più lussuosa per attirare la clientela delle mid-size e nel 1961 la nuova MINI fu messa in vendita con due marchi che corrispondevano a due livelli di allestimento: quella economica era la Hornet che veniva commercializzata con il marchio Wolseley; la seconda versione, particolarmente rifinita e costosa, fu commercializzata come Riley Elf.
Il successo nel circuiti sportivi compresa la Coupe des Dames al 1962 e Rally di Monte Carlo hanno portato alla creazione di un marchio per Mini diverso da Austin Seven, rinominato Austin Mini.
Nel 1969 fa la sua comparsa il primo Mini logo, oltre ad un cambiamento del nome della società madre di British Leyland Motor Corporation. Nel 1966 la BMC si unì con la Jaguar dando vita alla British Motor Holdings e così nel 1969 la Mini diventò un marchio a sé stante.
Nel corso degli anni ottanta la British Leyland cambia nome in Gruppo Austin Rover e poi in Gruppo Rover, ma una forte crisi aziendale porta nel 1988 alla vendita del gruppo e quindi anche del marchio MINI prima alla British Aerospace e poi nel 1994 a BMW che attualmente è la sola proprietaria del marchio MINI.
L’acquisizione del Rover Group britannico da BMW nel 1994 ha portato la BMW diventare il proprietario delle Marche Rover, Land Rover, MG nonché dei diritti di Austin e Morris. Nel 1997, un nuovo prototipo che combina le caratteristiche classiche della MINI e il design moderno è stato lanciato come MINI al Salone di Francoforte.
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